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La piega: mix perfetto di tecnica, potenza ed eleganza

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Olimpiadi Vancouver 2010

La piega: mix perfetto di tecnica, potenza ed eleganza

 

MAX COME FACCIO A PIEGARE COME TE?

 

Quante volte mi avete fatto questa domanda e lo capisco bene perché non vi è dubbio, il tema della piega rimane sempre il più attraente nel campo della tecnica sciistica.

Trattandosi della curva eseguita al massimo livello di perfezione, la ricerca dell’estremo punto nella piega ci pone sempre nella condizione di voler superare noi stessi, di dare il meglio, il massimo.

E’ importante ricordare che le pieghe, anche quelle più scenografiche, se ben eseguite, non vanno a discapito di alcun elemento tecnico fondamentale di base. Gli appoggi saranno ancora più saldi, la deformazione dell’attrezzo avverrà in modo ancor più efficace e la fiducia acquisita consentirà di migliorarsi ulteriormente.

Sapere poi di aver acquisito il gesto tecnico e la famigliarità con quella che riteniamo essere la massima espressione dello sci, ci provocherà una soddisfazione e un godimento insuperabile.

A volte si pensa che le estreme inclinazioni dei grandi campioni siano territorio riservato solo a pochi eletti ma in realtà, con una preparazione fisica adeguata, una didattica specifica ed esercizi mirati in pista, l’obiettivo può diventare più alla portata di tanti.

Chiudete dunque gli occhi e salite a bordo con me.

 

LA PIEGA: PARTE PRIMA

 

Siamo in cima ad un pendio e mi dirigo verso la massima pendenza per alcuni metri per acquisire la giusta velocità.

Mi preparo posturalmente in modo corretto: corpo perpendicolare al pendio e tibie in appoggio sulle linguette dello scarpone.

Attacco la curva con determinazione cercando, attraverso l’inclinazione dei piedi, delle ginocchia e dell’angolazione, l’inserimento degli sci verso l’interno. In questo momento si crea quello che tecnicamente chiamiamo vincolo.

Durante questa prima fase e fino all’uscita dalla massima pendenza, ricerco progressivamente l’aumento della presa di spigolo attraverso la dissociazione tra parte alta e parte bassa del corpo e la graduale pressione sulle linguette degli scarponi.

Con la deformazione dell’attrezzo e una costante attivazione del corpo impegnato nel gesto tecnico, riesco a contrastare la forze in gioco che mi spingono al suolo.

Con il tronco e l’addome stabilizzo e controllo le diverse interferenze della fase di percorrenza: pensate ad esempio all’attrito dell’aria o alle rotazioni. Allo stesso tempo però mantengo la giusta scioltezza.

Ed eccola qua la tanto ricercata piega, mix perfetto di tecnica, potenza ed eleganza.

 

LA PIEGA: PARTE SECONDA

 

Nella seconda fase poi, la pressione sul piede esterno combinata al movimento in raddrizzamento, portano il mio corpo verso il nuovo attacco curva. La presa di spigolo, attraverso un movimento volontario del corpo che cerca la continua perpendicolarità con il pendio, gradualmente diminuisce fino all’appiattimento dello sci.

Fate attenzione però, la perpendicolarità è intesa nei confronti della mia direzione di percorrenza in modo da ritrovarmi nel nuovo ingresso curva con il bacino pronto per sviluppare la piega successiva.

Buon divertimento!

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